Trattamento dietetico dell’obesità, norme generali per diete dimagranti.


Alimenti
ConsentitiNon permessi
Latte e derivatiLatte scremato, yogurt magro, ricotta di mucca.Latte intero, yogurt dolcificato, panna, burro.
Uovasode, in camicia, al guscio.Fritte o frittata
Carni, pollame, selvagginaVitello, manzo, pollame, coniglio (scelti nelle parti più magre e cucinate alla griglia, al forno, arrosto). Selvaggina allo spiedo, arrosto, fegato o rognone alla griglia.Maiale, salsicce fresche e secche, insaccati vari, agnello, carni grasse o semigrasse confezionate in frittura o con sughi.
PesceFresco o surgelato, alla griglia, al forno o bollito.Anguilla, sardine, sgombri, salmone. Pesce conservato sott’olio.
Pane e sostituti pane di ogni tipo, grissini, crackers, fette biscottate, pasta, riso, biscotti, cornetti, semolino e altri cereali (salvo diversa prescrizione).
Verdure e ortaggiFino a 300 g per razione: asparagi, cardi, cavolfiori, cavoli, cetrioli, cime di rapa, fagiolini, finocchi, fiori di zucca, insalate varie, melanzane, peperoni, pomodori, ravenelli, spinaci, verza, zucca, zucchine. Fino a g 150 per razione: barbabietole, biete, broccoli, carciofi, carote, cavoli di Bruxelles. Usare 1 cucchiaio di olio come condimento.Legumi: piselli, fagioli, lenticchie, ceci, fave, patate (salvo diversa prescrizione).
FruttaFresca di stagione o conservate in scatola al naturale.Fichi, cachi, uva, banane, frutta secca, castagne, frutta allo sciroppo.
BevandeTè, caffe, malto, succhi di frutta al naturale.Vino ,birra, (salvo diversa prescrizione), liquori, grappa, Whisky,.bibite gassate artificiali (tipo coca-cola, aranciate, ecc…), sciroppi.
Condimenti e varieMargarina, olio, burro, in modeste quantità: Brodo vegetale, aceto, aromi, spezie, senape, sottaceti, succo di limone, saccarina. Limitare il sale.Zucchero, olive, maionese.
Dessert Dolciumi in genere, gelati, biscotti, caramelle, cioccolato.
N.B.: si raccomanda di pesare la quantità prescritta di ciascun alimento tenendo presente che il peso riportato nella tabella dietetica si riferisce all’alimento crudo al netto degli scarti dovuti alla preparazione.

Vomito in età pediatrica

(da “bollettino informazione dei farmaci n. 5 2008, bimestrale dell’ AIFA – Ministero della Salute)
http://www.agenziafarmaco.it/allegati/inserto_bif5_2007.pdf
 www.agenziafarmaco.it

Riassunto

Background. Il vomito è un evento comune in età pediatrica determinato da molte condizioni, le più frequenti delle quali, la gastroenterite acuta e il reflusso gastroesofageo fisiologico, non richiedono necessariamente un trattamento farmacologico. Ciononostante i farmaci contro il vomito sono largamente prescritti dai pediatri italiani. Attraverso la Rete Nazionale di Farmacovigilanza sono pervenute diverse segnalazioni di reazioni avverse a farmaci antiemetici nei bambini, in particolare a domperidone e metoclopramide. Il gruppo di esperti sui farmaci pediatrici istituito presso l’AIFA ha approfondito l’argomento effettuando una revisione dei dati di efficacia e sicurezza dei farmaci antivomito nei bambini.
Obiettivi. Lo scopo di questa revisione è stato quello di analizzare le cause del vomito nei bambini e le terapie farmacologiche utilizzate. Sono state valutate le evidenze di efficacia e sicurezza presenti in letteratura per i farmaci utilizzati nel trattamento della gastroenterite acuta e del reflusso gastroesofageo al fine di fornire raccomandazioni per la pratica clinica. 
Metodi. È stata effettuata una revisione della letteratura per valutare l’efficacia dei farmaci utilizzati, valutando il razionale del problema, le evidenze e le implicazioni nella pratica clinica. Per la valutazione del profilo di sicurezza sono stati analizzati i dati post-marketing.
Risultati. Le evidenze riguardo l’efficacia della metoclopramide e domperidone nella terapia del vomito da gastroenterite e reflusso gastroesofageo nei bambini sono poche e scarsamente documentate da clinical trials, mentre il rischio di reazioni avverse ai farmaci antivomito è conosciuto e ben documentato. I pediatri dovrebbero valutare attentamente il profilo rischio-beneficio in ciascun paziente prima dell’inizio della terapia con farmaci antiemetici, in modo tale da evitare ai bambini esposizioni a farmaci non necessarie.

Cereali, frutta e verdura?

Consigli di cuore
(da “bollettino informazione dei farmaci n. 1 2006, bimestrale dell’ AIFA – Ministero della Salute)
 www.agenziafarmaco.it

Secondo un articolo recentemente apparso sulla rivista Prescrire1, un regime alimentare di tipo mediterraneo, ricco di cereali, frutta e verdura, diminuisce il rischio di recidiva in pazienti con storia di infarto del miocardio, senza che questi vadano incontro ad effetti indesiderati. Per arrivare a queste conclusioni, la rivista francese ha condotto un’analisi su alcuni studi pubblicati nel corso di 10 anni (1992-2002) in cui si dimostra l’effetto favorevole di questo tipo di regime alimentare per la prevenzione cardiovascolare di pazienti soggetti a malattia coronarica.

L’influenza aviaria

(Da: l’influenza aviaria: rischi, informazioni e misure preventive – Ministero della Salute – Centro nazionale per la prevenzione e il Controllo delle Malattie)
www.ministerosalute.it
www.who.int

www.notamax.it

Anche se non si può affermare con assoluta certezza, esiste la possibilità che nei prossimi anni il mondo si troverà a dover affrontare una nuova pandemia influenzale, vale a dire una forma di influenza le cui caratteristiche ne permettono la diffusione al mondo intero. Si tratta di un evento che, ove si verificasse, come è accaduto ad intervalli ricorrenti nel secolo scorso (si ricorda ad esempio la “spagnola” del 1919 o “l’asiatica” del 1957), potrebbe mettere in pericolo la salute e la vita di milioni di persone. Gli effetti di una eventuale pandemia possono tuttavia essere contenuti dalle adeguate misure preventive che i progressi scientifici e tecnologici, l’accresciuta collaborazione internazionale e gli scambi di informazione hanno reso possibili e che devono essere messi in atto ogni qual volta si rilevi un elevato rischio. Questo breve opuscolo – elaborato dal Ministero della Salute e dal Centro Nazionale per la prevenzione e il Controllo delle Malattie – vuole fornire alcune informazioni pratiche per avere una visione corretta ed equilibrata del fenomeno, sia per evitare inutili allarmismi sia per non farsi trovare impreparati di fronte ad una eventuale emergenza.


Cos’e l’influenza aviaria

L’influenza aviaria è una malattia virale. Il nome deriva dall’animale ospite del virus influenzale, in questo caso i volatili. Colpisce perlopiù gli uccelli selvatici che fungono da serbatoio e possono eliminarlo attraverso le feci. Solitamente tali uccelli non si ammalano, ma possono essere molto contagiosi per gli uccelli domestici come polli, anatre e tacchini, animali da cortile con cui gli uomini entrano in contatto con maggiore facilità. I virus che causano l’influenza aviaria sono di diverso tipo: al momento, quello che suscita maggiori preoccupazioni, avendo causato diversi casi di malattia, anche mortale, nell’uomo, è il virus A/H5N1. Questo virus può sopravvivere nei tessuti e nelle feci degli animali infetti per lunghi periodi, soprattutto a basse temperature (oltre 4 giorni a 22°C e più di 30 giorni a 0°C). Al contrario, esso e sensibile all’azione del calore (almeno 70°C) e viene completamente distrutto durante le procedure di cottura degli alimenti. Al momento, la sua trasmissione è stata dimostrata soltanto da animali infetti all’uomo a seguito di contatto stretto con volatili vivi infetti: nei Paesi con focolai di virus di influenza aviaria H5N1 non è stata dimostrata alcuna evidenza di trasmissione dell’infezione da uomo a uomo, né di trasmissione attraverso il consumo di pollame o uova. 
Sono stati rilevati casi di influenza aviaria da virus A/H5N1 in Russia, Kazakhstan, Cambogia, Cina, Indonesia, Giappone, Laos, Corea del Sud, Thailandia, Vietnam. gli esperti temono però che soprattutto le migrazioni degli uccelli selvatici contribuiscano a diffondere il virus sulle rotte di volo e quindi anche in Europa.

Dieta a base di pesce

Quando evitare l’utilizzo di terapie intraprese per la cura di disturbi che possono essere prevenuti seguendo una corretta alimentazione? Il concetto di “cibo come medicina” è relativamente recente nei paesi occidentali, ma gli orientali ritengono da tempo che certi cibi procurino benefici per la salute. I giapponesi per esempio hanno coniato l’espressione “cibo funzionale” circa 20 anni fa per definire alimenti contenenti sostanze che possono prevenire o curare malattie1. L’attenzione verso i cibi funzionali nei nostri paesi è legata a diversi fattori:

Il Sale

Polvere cristallina bianca, inodora, con sapore caratteristico, molto solubile in acqua e praticamente insolubile in metanolo. NaCl p.m. 58,46. Si conserva in vasi di vetro o porcellana. Non è igroscopico, può diventare deliquescente se contiene cloruro di magnesio ed è esposto all’aria.

Il Sale? Meglio poco

(da “Linee Guida per una Sana Alimentazione Italiana”, Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, www.politicheagricole.it; Istituto Nazionale di ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, www.inran.it)

Di quanto sale abbiamo bisogno

Sia il sapore che le proprietà biologiche del sale comune (cloruro di sodio) sono legate principalmente al sodio; ogni grammo di sale contiene circa 0,4 g di sodio. In condizioni normali il nostro organismo elimina giornalmente da 0,1 a 0,6 g di sodio. Questa quantità va reintegrata con la dieta.

ACIDO FOLICO

tratto da: “bollettino informazione dei farmaci” n.2 2004.
www.agenziafarmaco.it/bollettino_n2.html

Cosa è l’acido folico

L’acido folico appartiene al gruppo delle vitamine B. I folati sono presenti in ampia varietà di alimenti. Le fonti più ricche sono rappresentate dal fegato, dalle verdure a foglia larga verde scuro (spinaci, cime di rapa, lattuga), dai fagioli, dal germe di grano e dal lievito. Altre fonti sono il tuorlo d’uovo, le barbabietole, il succo d’arancia e il pane integrale. Purtroppo, però, solo la metà circa dei folati ingeriti viene assorbita e la maggior parte di quelli presenti negli alimenti è instabile. Le verdure fresche in foglia, conservate a temperatura ambiente, possono perdere fino al 70% del loro contenuto in folati in tre giorni. Perdite considerevoli si verificano anche per diluizione nell’acqua di cottura (fino al 95%) e per esposizione al calore. Nonostante tutto, comunque, la normale alimentazione (nelle popolazioni “ricche”) copre usualmente il fabbisogno giornaliero di 0,2 mg.

I PIDOCCHI

I pidocchi sono degli insetti in grado di infestare gli uomini e gli animali. Il pidocchio che attacca l’uomo proviene dalla specie Pediculs Humanus e Pthirus Pubis.

Il Pthirus Pubis, chiamato comunemente piattola, vive e si riproduce tra il pelo de pube, delle ciglia e delle sopracciglia.

Il Pediculus Humanus, detto anche pidocchio, infesta in primo luogo il cuoio capelluto, ha un ciclo riproduttivo che parte dalle lendini (uovo) fino a formare il pidocchio. Le lendini sono deposte in gran parte dietro le orecchie e sulla nuca, aderiscono al capello grazie ad una sostanza adesiva che secernono, si schiudono dopo una settimana. Il pidocchio si nutre di sangue che aspira pungendo il cuoio capelluto, causando così un forte prurito. Il pidocchio se allontanato dalla testa, non avendo più nutrimento, muore dopo qualche ora.

PUNTURE DI INSETTI

Molti insetti pungendo possono causare delle piccole lesioni della pelle, in questo modo sono in grado di iniettare all’uomo sostanze tossiche o trasmettere malattie. Le punture in genere provocano solo irritazione, prurito e gonfiore; la risposta individuale a questo stimolo è molto varia, quando la reazione è particolarmente forte si è costretti a fare ricorso a cure mediche. Gli insetti sono attirati dall’uso di profumi, deodoranti, lacche, abiti dai colori sgargianti. Gli insettorepellenti possono essere un valido mezzo di prevenzione. Tali sostanze non sono sempre prive di effetti collaterali, vanno quindi usate con attenzione evitando di applicarle sulla cute lesa e vicino agli occhi. Le persone soggette a disturbi respiratori dovrebbero evitare l’uso dei derivati del piretro.

Punture di api, vespe, formiche e calabroni.

Questi insetti iniettano con un pungiglione una sostanza tossica che causa dolore, arrossamento e prurito. L’insetto se ancora presente va tolto tempestivamente, l’aculeo va estratto, la zona colpita va disinfettata con amuchina. Successivamente possono essere applicati impacchi di ghiaccio per rallentare l’assorbimento del veleno e per diminuire il dolore. Per attenuare il prurito si possono applicare creme cortisoniche. L’uso popolare di ammoniaca diluita non risulta essere decisivo per la risoluzione dell’irritazione. Le punture in gola, sulla lingua e in zone particolarmente sensibili vanno trattate in ambiente ospedaliero. Possono comparire, anche se raramente, manifestazione di natura allergica (sudorazione, orticaria, pallore, difficoltà respiratori, ipotensione e shock anafilattico); in tal caso occorre tempestivamente far ricorso alle cure di un medico o recarsi al più vicino Pronto Soccorso.

L’INFLUENZA

L’influenza è una infezione virale che colpisce l’apparato respiratorio. I virus influenzali sono classificati in tre ceppi distinti: A, B, C, i diversi ceppi che prevalgono di anno in anno sono classificati in base all’area geografica in cui si sono manifestati i primi casi. Per il sicuro riconoscimento della presenza dei virus influenzali si può ricorrere a test diagnostici specifici. Il quadro clinico che caratterizza l’influenza è il seguente:

-febbre con temperature superiori a 38°.

-infiammazioni delle vie respiratorie.

-malessere generale (mal di gola, tosse, inappetenza, dolori muscolari, congestione nasale, i sintomi descritti possono essere accompagnati da nausea e vomito).

Erroneamente il termine influenza è riferito anche ad infezioni virali o batteriche che presentano una sintomatologia simile (Adenovirus, Rhinovirus…).