Theriaca

LA STORIA, LA PREPARAZIONE,  I MITI DEL PIÙ FAMOSO FARMACO DELL’ANTICHITÀ

La storia della teriaca parte da molto, molto lontano…

Su commissione dell’ultimo re di Pergamo, Attalo Philometore, un illustre farmacologo dell’epoca, Nicandro Colofone (sec.III-II a.C.), scrisse due libri: Theriaca e Alexipharmaca. Questi libri erano in realtà dei trattati molto complessi sui veleni allora conosciuti, sul modo di riconoscerli e di come neutralizzarne l’effetto. Nel libro “Theriaca” sono descritte 125 piante utili per combattere le conseguenze del morso dei serpenti velenosi. Nell’Alexipharmaca in 630 versi sono classificati numerose sostanze attive farmacologicamente, tra cui: conio, cicuta, aconito, giusquamio, oppio, tasso, funghi velenosi di origine vegetale; Meloe cichorei, Carabus biccidum, Hirudo venata di origine animale; litargirio, cerussa di origine minerale.

La parola Theriaca deriva dal vocabolo greco: “therion” (serpente), tale termine è quindi riferito a serpenti velenosi di non ben definita origine; mentre la vipera ha una sua ben specifica definizione: “echidna”.

Crautea, contemporaneo di Nicandro Calofone, medico di corte di Mitridate (133-64 a. C.) re di Ponto compose due poemetti sugli antidoti ai veleni. Il farmaco descritto era composto da circa 50 sostanze attive. Mitridate utilizzava tale farmaco a scopo di prevenire l’effetto tossico dei veleni. Da allora si definisce mitridatismo, l’abitudine fisiologica ai veleni, e la conseguente resistenza al loro effetto.

Il grande re Mitridate dichiarò guerra a Roma per tre volte prima di essere sconfitto e di fuggire in Scizia. La prima guerra (89-81 a.C.) ebbe inizio con un’avanzata delle truppe di Mitridate che conquistò: la Grecia, l’Asia minore e isole Egee; successivamente venne duramente sconfitto dall’esercito romano guidato da Scilla. Nella seconda guerra (83-81 a.C.) il re di Ponto riportò sui romani numerose ma non significative vittorie. La terza guerra (74-64 a.C.), sancì la sua definitiva sconfitta con la conquista di Ponto da parte dell’esercito romano comandato da Locullo e Pompeo. Mitridate preso dallo sconforto della sconfitta e dal tradimento da parte di suo figlio Farnace, cerco di togliersi la vita utilizzando un’arma di un suo ufficiale, poiché il suicidio con il veleno gli era impossibile dato l’uso continuo che faceva dell’antido creato e messo a punto da Crautea. La notizia dell’esistenza dell’antidoto non sfuggì ai romani, che presero possesso della ricetta come bottino di guerra. La formula del farmaco, denominato ovviamente Mitridato, venne portata a Roma dove fu tradotta in latino da Leuco, e messa a disposizione di tutti i medici che vi operavano.

Nerone come tutti i potenti dell’epoca temeva di morire avvelenato per opera dei nemici di corte; quindi saputo dell’esistenza del potentissimo contravveleno diede ordine, al suo fidato medico Andromaco, di eseguire la delicata preparazione. Il vecchio e saggio Andromaco, originario di Creta, elaborò il Mitridato aggiungendovi un componente, a parer suo, di fondamentale importanza : la carne di vipera. Nacque in questo modo la famosissima “Theriaca di Andromaco”. La descrizione del farmaco e la sua preparazione, come era abitudine in quel momento storico, venne messa in versi. La ricetta dell’elettuario venne successivamente ripresa da Galeno e quindi diffusa in tutto l’impero romano. La Theriaca da allora con modifiche più o meno significative attraversò la storia per giungere fino agli albori dell’epoca moderna. Fu preparata a Bologna fino al 1796, a Venezia presso la spezieria Testa d’oro fino a circa il 1850, mentre l’ultima preparazione documentata è avvenuta a Napoli nel 1906. La fine della Theriaca coincise con la nascita della moderna farmacologia e la scoperta di un altro famosissimo farmaco: l’Aspirina; ma questa è un’atra storia…..